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LA SUA STORIA Il nome Amorosi deriverebbe da una famiglia longobarda, che ebbe in possesso il territorio amorosino, come appunto attesta Mons. Angelo Iannacchino, Vescovo di Telese e Cerreto. In pratica da "casalis Amorusii" si è poi avuto "castrum Amorusii" ed il moderno Amorosi. Il nome è, comunque, già riportato in documenti del 1100 circa (Obituarium S. Spiritus della Biblioteca Capitolare di Benevento). Con il titolo di principe, di marchese e di barone possedettero la Terra in feudo le più prestigiose famiglie feudali presenti nell'Italia meridionale. Nel 1734 vi si fermò, ospite dei Caracciolo, Carlo di Borbone, che veniva alla conquista del Regno di Napoli. Il principe vi ricevette la promessa di fedeltà e di resa dal legale rappresentante della città di Napoli. L'atto di resa, però, fu ufficialmente ratificato in Maddaloni qualche giorno dopo. In seguito passò per Amorosi anche Ferdinando II°. Al tempo della guerra del Volturno il paese fu occupato alternativamente dalle truppe garibaldine e dalle truppe borboniche. Si ebbe, in quel contesto, un solo scontro armato con morti nel seno delle stesse milizie borboniche in rotta. Nella seconda metà dell'Ottocento, con l'abbattimento di buona parte dell'antico borgo feudale e la costruzione di una bella, ampia e simmetrica piazza, oggi alberata, Amorosi assunse un aspetto più aperto e moderno, tanto che lo stesso Mons. Iannacchino non esitò a chiamarla "commerciante cittaduzza".
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